LA BATTAGLIA DELL'ARIOTTA NELLA STORIA D'ITALIA

Francesco Guicciardini all'inizio della sua "Storia d'Italia" esprime lo stupore per l'improvviso mutamento avvenuto in Italia in seguito all'invasione francese del 1494: "Ma la calamità d'Italia…cominciarono con tanto maggiore dispiacere e spavento negli uomini quanto le cose universali erano allora più liete e più felici." Poi, con dolorosa nostalgia, aggiunge: "Non aveva giammai sentito l'Italia tanta prosperità né provato stato tanto desiderabile quanto era quello nel quale sicuramente si  riposava l'anno …mille quattrocento novanta e gli anni che a quello e prima e poi furono congiunti." In un periodo relativamente molto breve di circa trent'anni l'Italia perde infatti non solo la sua indipendenza, ma è anche messa a ferro e fuoco subendo infinite stragi, distruzioni e saccheggi. E' il periodo delle così dette "guerre d'Italia" che, iniziato con l'invasione francese del 1494, si conclude nel 1525 con la battaglia di Pavia e ha un'appendice fino al 1530 quando la Repubblica di Firenze si arrende, dopo un lungo assedio, alle truppe dell'imperatore Carlo V. Quella dell'Ariotta è una delle battaglie di questo periodo dove i contendenti Francia e Spagna cercano di assumere il predominio sulla penisola e quindi sull'Europa. E' proprio l'invasione francese del 1494 che rompe l'equilibrio politico in quell'Italia serena e prospera descritta dal Guicciardini poiché innesca una serie di mosse e contro mosse, attivate soprattutto dalla Spagna, tese ad impedire che la Francia assuma il predominio in Italia. I Francesi nel 1500 conquistano il Ducato di Milano e cercano di impadronirsi del Regno di Napoli, ma nella battaglia di Cerignola del 1503 sono battuti dagli Spagnoli che resteranno così per secoli padroni dell'Italia del Sud. Quindi Milano ai Francesi, Napoli alla Spagna. Il Papa si trova nel mezzo e il Vaticano elabora la strategia politica a cui attenersi nel tempo per salvare il salvabile ed evitare un suo condizionamento assoluto con l'asservimento totale della penisola: agire in modo che Milano e Napoli non finiscano mai in mano alla stessa potenza straniera. Quindi l'equilibrio massimo tutto italiano di Lorenzo il Magnifico è sostituito da un equilibrio minimo promiscuo. Siccome però c'è di mezzo il più grande equilibrio europeo cui forse neanche il Magnifico aveva pensato, la Francia e la Spagna, in contrasto con la strategia vaticana, continuano a combattersi per acquisire il dominio totale sull'Italia. Nel 1512 a Ravenna i Francesi battono gli Spagnoli, ma nonostante la vittoria devono successivamente abbandonare l'Italia e il Ducato di Milano. Qui rientrano gli Sforza apparentemente indipendenti, in realtà sostenuti dalle picche degli Svizzeri nel ruolo di ‘protettori’ di quel Ducato. E  sono ancora le picche, quelle spagnole, che riportano i Medici a Firenze. Sembra quindi che il predominio sull’Italia stia per essere giocato tra Spagna e Confederazione Elvetica. Ma i Francesi non mollano. Rivogliono Milano e così nel 1513 ritornano con nuove forze in Italia e attaccano gli Svizzeri isolati a Novara., ma sono da loro sorpresi quando, abbandonato l’assedio della città, sono in ritirata verso Milano. E' la battaglia dell'Ariotta del 6 giugno che vede un feroce scontro tra le opposte fanterie. Gli Svizzeri, senza artiglieria né cavalleria battono i Francesi nonostante dispongano anche di queste due specialità e li obbligano ad abbandonare ancora una volta l'Italia mentre gli Sforza ritornano a Milano. Gli Svizzeri appaiono al momento come una potenza militare di prim'ordine, la prima in Europa ormai. Quindi la battaglia dell'Ariotta non solo si configura come uno dei più cruenti scontri del periodo delle "Guerre d'Italia", ma assume subito un significato particolare: tra le  due potenze litiganti ormai "tradizionali", Spagna e Francia, si sta inserendo una nuova potenza, la Svizzera.

LA BATTAGLIA DELL’ARIOTTA (N0VARA) 6 GIUGNO 1513

È questa una delle battaglie che caratterizzano le “Guerre d’Italia” combattute tra il 1494 e il 1530 dalla Francia e dalla Spagna per il predominio sulla penisola italiana. Le fanterie mercenarie svizzere al soldo del duca di Milano Massimiliano Sforza si scontrano con l’esercito del re di Francia Luigi XII, che tenta di riconquistare il ducato di Milano aiutato da  fanti mercenari, i Lanzichenecchi delle Bande Nere di Gheldria. La battaglia dell’Ariotta o di Novara è definita l’ultima del Medioevo perché per l’ultima volta vede il prevalere assoluto dell’arma bianca. Infatti un esercito composto esclusivamente di fanteria dotata solo di armi in asta riesce a sorprendere e a batterne uno comprendente tutte le specialità: fanteria, artiglieria, cavalleria pesante e leggera,

L’azione improvvisa con la quale gli Svizzeri, uscendo da Novara, sorprendono all’alba di quel 6 giugno i Francesi accampati attorno alla Cascina Ariotta sulla strada per Milano, viene contrastata dall’artiglieria e dalla fanteria pesante e cioè dai Lanzichenecchi, ma non dalla poderosa cavalleria corazzata  francese, che non si impegna con decisione. Lo scontro molto cruento è vinto dalle fanterie svizzere che conquistano i cannoni francesi e distruggono gli odiati mercenari antagonisti equiparati  a quelli tedeschi mentre i cavalieri francesi si danno alla fuga. Sul terreno rimangono quasi 10.000 morti dei quali circa 1.300 Svizzeri. Cadaveri tanti dunque, ma tombe nessuna perché, inspiegabilmente, della loro sepoltura non s’è trovata alcuna traccia. Con la battaglia dell’Ariotta gli Svizzeri raggiungono l’apice della loro gloria militare.

Libro in brossura di 126 pagine completamento illustrato con figure in bianco e nero e colori, Edizioni della Laguna, Mariano del Friuli (GO), (2002)

ISBN 8883450833 978-8883450839